Oggi è il giorno del ricordo/4

La mia modesta attività di writer e di blogger iniziò nel 1996 con la pubblicazione sulla gloriosa e mai sufficientemente rimpianta testata "Colpo d'estro" del Circolo di Alleanza Nazionale "Giovanni Gentile di Aprigliano". L'articolo in oggetto - dal titolo QUANDO LA VERITA' NON FA TESTO - mi attribuì l'onorevole appellativo di "fascista".
In vista della "giornata del ricordo" voglio riproporlo all'attenzione dei lettori.
Buona lettura!
E' la prima volta che mi trovo a scrivere un articolo su un "giornale" seppur a diffusione locale e devo affermare che non è stato per niente facile poiché mi è stata affidata la sezione c.d. "cultura". Non è semplice scrivere di "cultura" ed essere, nel frattempo, chiari e telegrafici.
E' facile scadere nella pedanteria, essere prolissi, in una parola: noiosi. Quindi memore delle lezioni su S.Tommaso, sulla scolastica e su Francisco Suarez che della pedanteria aveva fatto un modus agendi per quanto riguarda le sue opere, ho deciso di tagliare drasticamente dal mio iniziale articolo tutta quella parte c.d. "nozionistica" ed entrare subito in tema.
Lo spunto per questo articolo mi è stato dato dalle dichiarazioni dal ministro della pubblica istruzione Luigi Berlinguer, i cui propositi (bellicosi) sono all'insegna della riforma della scuola secondo criteri di maggiore manualità (è nota la querelle circa l'utilità, presunta o meno dei Licei), e della riforma dell'Università.
Vorrei evitare qualsiasi polemica circa i criteri usati per la nomina a ministro della p.i. dell'esimio Berlinguer, ma non posso fare a meno di pensare che vi sia in atto un tentativo di imporre, e questa volta definitivamente, una "certa" cultura di una "certa" area politica.
Vorrei osservare che questo tentativo non mi stupisce più di tanto; ormai la sinistra si è accaparrati quasi tutti i posti di comando (dalla RAI ai vertici dei servizi segreti, dalla Corte Costituzionale, fino all'ultimo scandalo delle deleghe in materia fiscale); allora io mi domando: "E' in atto un tentativo da parte dell'Ulivo di egemonizzare l'intera vita italiana?"
E' una risposta che vorrei ascoltare dalla controparte chiamata in causa. Spero mi voglia rassicurare.
Per il momento riprendo il filo del discorso affermando che, per quanto riguarda il problema di una cultura egemonizzata dalla sinistra, non vedo alcuna novità: del resto tutta la cultura e il modus pensandi della nazione sono stati per anni condizionati e indirizzati, in un solo verso, da una cultura di regime (precisiamo: catto-comunista); poiché è innegabile il principio finora seguito per questo chi gestisce la storia ha un potere aggiuntivo rispetto agli avversari: questo è stato un principio fatto proprio dal PCI (il lupo perde il pelo...) in tutto il dopoguerra.
Si andava dal monopolio della pubblicistica storiografica (quindi manualistica e saggistica) a quello delle cattedre universitarie.
E' altresì inconfutabile il fatto che la storia e la letteratura del '900 approdano sui banchi di scuola farcite di sinistrismo.
Tutti gli anni in ogni scuola media superiore si riunisce il collegio dei docenti per procedere all'adozione dei nuovi libri di testo. E tutti gli anni gli insegnanti dell'area umanistica -cioè quei pochi (poveri) ostinati che credono ancora in una scuola laboratorio di idee e che lottano contro i pregiudizi, le mode pseudo-culturali e il settarismo, e magari invecchiano e muoiono con le loro ingenue speranze di cambiamento- si pongono lo stesso interrogativo: "E' possibile trovare nella miriade di libri che i rappresentanti delle case editrici mi danno in saggio,almeno un paio -uno per la letteratura e uno per la storia- non farciti di sinistrismo?
Un paio di testi che mi presentino il '900 letterario e politico senza fumosità ideologiche, senza censure o mezze verità?"
Vorrei rispondere a questa domanda dicendo che è quasi impossibile: reticenze, menzogne, mistificazioni passano di manuale in manuale.
Devo comunque ammettere che qualche passo in avanti è stato fatto,ma il cammino è ancora lungo:resistono ancora molti tabù davanti agli assalti del "revisionismo storico".
Tabù che riguardano temi cui era impossibile (e lo è ancora ma in parte) offrire interpretazioni diverse. Il rischio era di incorrere in un linciaggio morale o al limite vi era l'isolamento culturale, condizione vissuta fino non poco tempo fa dalla intellighenzia di destra .
Ahimè com'è difficile scrivere la storia e di storia!
Ci sono degli argomenti di cui non si può, non si deve parlare.
Tra i tanti problemi storici che potrebbero formare oggetto di discussioni,convegni, ecc.,ve n'è uno che in questi ultimi tempi è balzato agli onori della cronaca, soprattutto giudiziaria: l'inchiesta sugli eccidi delle foibe in Istria.
Foiba (per chi non lo sapesse -non mi si tacci di essere un saccente ma credo che lo sappiano in pochi, anche tra i sinistroidi che sbandierano sempre la loro onniscienza) deriva dal latino fòvea e sta ad indicare una grande conca chiusa derivata da doline fuse assieme, al fondo delle quali si apre un inghiottitoio più o meno profondo.
Sono tristemente famose per le migliaia di italiani che negli anni 1945-1947 vi furono gettate, vittime delle rappresaglie militari e politiche perpetuate alla faccia di tutti i diritti umani dai partigiani di Tito, spalleggiati da partigiani italiani comunisti (e aggiungo traditori): fu un vero e proprio caso di pulizia etnica.
Orbene, consultando la maggior parte dei testi scolastici si può fare questa considerazione: mentre si dà uno spazio notevole (come pure è giusto) all'eccidio delle fosse Ardeatine (335 morti per chi non lo ricordasse), dei sedicimila (ripeto sedicimila) morti italiani:uomini,donne,
bambini, vecchi non vi è quasi traccia.
Perché? La risposta è molto semplice. Vediamo.
Se, come suddetto, per quasi 50 anni siamo stati strumentalizzati da una cultura di regime del tipo catto-comunista, come era possibile fare luce su un fatto di sì enorme gravità che, come conseguenza principale, avrebbe incrinato il mito della Resistenza, mito fatto proprio e quindi tanto caro dai partiti che ,sia palesemente sia in maniera occulta, ci hanno governato per tutto questo tempo, e cioè il PCI e la DC?
Si cercò appunto di sottoporre la questione a damnatio memoriae.Ma niente scompare senza lasciare traccia.
Giusto per ricordare un altro episodio: i partigiani (bianchi) della brigata Osoppo trucidata alla Malga Porzus (alto Friuli) dai partigiani comunisti della brigata Garibaldi asserviti a Tito con il placet di Togliatti attendono ancora giustizia.
Il lettore potrebbe domandarsi, cosa mi importa di ciò che successe tanto tempo fa; avvenimenti che del resto non mi toccano in prima persona?
Potrei rispondere in questo modo dicendo a chi ignorava questi fatti, che è stato una vittima del clima di disinformazione storica in cui ci siamo formati.
Vorrei concludere dicendo che la c.d. <> così tanto sventolata dalla sinistra per demonizzare prima,e dopo per combattere quel "mostro" di Berlusconi dovrebbe anzitutto essere applicata alla cultura a cominciare da ciò che si comincia ad apprendere sui banchi di scuola. L'individuo del domani deve essere messo nella condizione di poter maturare una propria personalità e di scegliere dove andare e con chi stare.
"QUANDO LA VERITA' NON FA TESTO", cosa significa?
Rispondo con una massima di La Rochefoucauld." CI SONO DELLE VERITA' CAMUFFATE CHE RECITANO COSI' BENE LA PARTE DELLA VERITA' CHE SAREBBE MALPENSANTE NON LASCIARSENE INGANNARE".
Meditate compagni, meditate...

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