Questa è grandiosa!

E' il tripudio del genio italico con annessa polemica: il canone Rai da pagare anche per le imprese che pur non guardando le trasmissioni televisive in tv, ma che posseggono un computer, un tablet ovvero uno smartphone.
Secondo Rete Imprese sono quasi 5 milioni le aziende italiane che in tutto dovranno sborsare 980 milioni di euro. Anticipata da una campagna pubblicitaria per promuovere i servizi offerti sui suoi canali (Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, Rai Quattro, Rai Cinque e Rainews24), da quest'anno la tv di stato esige il pagamento del canone anche da parte delle imprese che posseggono non un televisore, bensì i predetti congegni che possono ricevere trasmissioni televisive anche se non sono normalmente finalizzati a questo. Ovvero anche se non sono collegati a Internet.
La concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo italiano ha potuto imporre il pagamento di un canone tv "speciale", che parte da un minimo di 200 euro, sfruttando il Regio Decreto Legge 246/1938 e il Decreto Legislativo Luogotenziale 458/1944, che stabiliscono l'obbligo del pagamento di un canone a carico di chi "detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni".
I bollettini da pagare stanno arrivando nelle caselle di posta dellle imprese, che sono già sul piede di guerra. Le bollette partono da un minimo di 200 ad un massimo di 6mila euro. La somma varia a seconda della categoria dell'impresa. Per quanto riguarda i singoli cittadini, chi non versa il canone non ha il diritto di guardare la tv in generale e non solo le trasmissioni Rai.

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