Il Lupo Mannaro ad Aprigliano... la vera storia (parte 1)

"Di bestie non se n’è mai sentito parlare ad Aprigliano. Ma quella sera d’estate ululati acuti e innaturali li strappano dalla consueta sosta sui gradini della chiesa. «E’ perché lì c’è una fontanella. Loro vanno sempre alle fontanelle» dice uno all’altro" ... E qui comincia la fantomatica storia del lupo mannaro di Aprigliano, alquanto fantasiosa e riportata da chi sicuramente non era presente ai fatti, dal momento che si tratta di un avvenimento risalente al 1988, vissuto personalmente dallo scrivente nonche' titolare di questo blog! L'articolo e' comparso su www.apriglianoweb.it nella sezione "Presenze". Mantenendo l'impostazione originaria - della divisione in tre parti - eccovi la storia "vera"... per il recupero della nostra memoria storica. LA LEGGENDA DEL LUPO MANNARO di SANTO STEFANO (parte prima) Luminoso nei giorni di sole, il Casale di Santo Stefano non deve ingannare. Secondo una non molto remota leggenda metropolitana, i suoi stretti vicoli erano percorsi la notte da un licantropo che terrorizzava i suoi abitanti. Correva l’anno 1988. Alla fine di quella afosa estate cominciò a montare dapprima in sordina, poi impetuosamente, la voce che un “mostro” si aggirasse tra la villa “le Pera” e l’antico borgo apriglianese. I più anziani non osavano avventurarsi la notte – e chi lo faceva girava con mannaia al seguito; i giovani, più incoscienti, organizzavano ronde e spedizioni notturne, armati sia di torce e coltelli, sia di una sana incoscienza mista a goliardia... infatti come credere ad una cosa del genere? Ogni notte era caratterizzata da un’avventura, alimentata sia dalla superstizione popolare, sia dalla paura coloro che credevano di aver visto la sua sagoma nell’ombra, sia – infine – dai buontemponi che soffiavano sul fuoco, affermando di avere le prove dell’esistenza del fantastico animale. Nel giro di qualche settimana il borgo divenne la meta dei curiosi di tutto il paese e non solo: le presenze aumentavano quotidianamente e, allo stesso tempo, le avventure notturne si arricchivano di aneddoti fantasiosi e strampalati. Ma vi era chi era profondamente convinto di aver visto il “mostro” ovvero chi credeva di aver sentito grattare alla sua porta per non parlare di chi aveva udito il suo lugubre verso: tutti indizi che una strana “presenza” si muovesse per le vie di Santo Stefano (continua…)

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