Una sentenza storica.

Una sentenza storica. Un altro calcione alle etichette, ai privilegi, ai tanti retaggi spagnoli che ancora impregnano la nostra societa'. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'espressione "Lei non sa chi sono io" costituisce un reato. La Suprema Corte ha, infatti, stabilito che l'espressione ha un contenuto in grado di limitare la «libertà psichica» altrui se scappa di bocca in un «contesto di alta tensione verbale». A sostegno della sua tesi, la Cassazione ricorda che «nel reato di minaccia elemento essenziale è la limitazione della libertà psichica mediante la prospettazione del pericolo che un male ingiusto possa essere cagionato dall'autore alla vittima, senza che sia necessario che uno stato di intimidazione si verifichi concretamente in quest'ultima, essendo sufficiente la sola attitudine della condotta ad intimorire e irrilevante l'indeterminatezza del male minacciato purchè questo sia ingiusto e possa essere dedotto dalla situazione contingente».

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