I politici per passione

Sono sempre più numerose e autorevoli le analisi secondo cui Aprigliano ha latenti potenzialità, grandi idee e significativi progetti che non si riescono a realizzare, perché il nostro paese non riesce più ad esprimere una «classe politica» all'altezza della complessità della sfida. Ma cosa vuole intendiamo come concetto di “politico”? Per Protagora la politica è «arte del persuadere». Assai diversa la visione aristotelica della politica, vista come gestione della cosa pubblica. Il fine della politica rettamente intesa non può dunque essere che il bene comune. Trattando del bene comune, balza evidente la distinzione tra la categoria del «politico che svolge la sua funzione con professionalità», vale a dire che ricerca consenso e rielezione dimostrando attenzione ai problemi di tutti, concependo la funzione di governare non semplicemente come capacità di prendere rapide decisioni, ma come capacità di creare (e «aumentare») il consenso attorno a decisioni utili per la comunità, e la categoria del «politico di professione», rilevante il soggetto che cerca solo il consenso e la rielezione senza preoccuparsi di affrontare i problemi reali della gente. Nella prima categoria rientrano i «politici per vocazione» o «per passione», persone che invece di farsi i fatti loro, di preoccuparsi dei propri affari, decidono di impegnare le proprie energie, i propri sabati e domeniche a preoccuparsi di come amministrare il paese, di come risolvere i problemi di tutta una comunità. Concludendo, inutile dire che è necessario che la categoria dei «politici per vocazione», professionali nell’amministrare raggiunga la maggioranza. Solo così la Politica (intesa con la P maiuscola) tornerà ad essere una funzione rispettata e nobile sul piano sociale; una delle più nobili poiché si occupa del bene di tutti.

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