Le tasse più odiate

Uno studio condotto Krls Network of Business Ethics, per conto dell'Associazione Contribuenti Italiani, rileva essere l'imposta più odiata dagli italiani.
Ecco in sintesi la top ten:
1. IVA
2. Aggi esattoriali
3. Canone Rai
4. Bollo auto
5. Accise su benzina, energia elettrica e metano
6. Ticket sanitari
7. TARSU/TIA
8. Contributi consorzi di bonifica
9. ICI
10. Imposte sui redditi/Irap
Iva
L'Iva, il cui acronimo sta per imposta sul valore aggiunto (Vat nella classificazione internazionale), è un'imposta indiretta. Infatti, non agisce sui redditi, ma sui beni e servizi acquistati. Nelle diverse anime che compongono tanto la maggioranza, quanto le minoranze parlamentari si sta facendo strada la proposta di eliminare alcuni tagli decisi con la manovra appena approvata, sostituendo il mancato introito con un inasprimento dell'Iva. In particolare si ragiona su un possibile innalzamento dell'aliquota più alta (20%, che non comprende i generi di prima necessità come alimentari, bevande e beni sanitari), dalle quale si potrebbe ottenere un gettito annuo stimato in circa 6 miliardi di euro. La misura avrebbe il benestare anche delle parti sociali, che da tempo chiedono di spostare l'imposizione fiscale dal lavoro ai consumi. L'obiettivo è, in primis, quello di contrastare l'evasione fiscale (ad esempio, l'evasore che acquista un'auto di lusso, verrebbe almeno in parte "recuperato"), ma il risultato non è scontato.
Dalla ricerca di Krls Network of Business Ethics emerge, infatti, un'avversione diffusa verso l'Iva giustificata dalla sua generalità: in sostanza si applica a tutti gli acquirenti di un dato bene, a prescindere dal reddito percepito. In contrasto, quindi, con i dettami costituzionali. In alcuni casi addirittura si assiste a una doppia imposizione indiretta, come nel caso dell'Iva sulle accise (imposta, quest'ultima, che si piazza al quinto posto tra le più odiate), presente sull'acquisto di carburante o nel consumo di energia elettrica.
Canone Rai
Il posto d'onore in questa infausta graduatoria spetta all'aggio esattoriale, in sostanza la percentuale sull'intero ammontare delle imposte da riscuotere che spetta come compenso agli esattori. Insomma, al danno della tassa da pagare, per il contribuente si aggiunge la beffa di dover coprire i costi della riscossione. Il podio è chiuso dal canone Rai, la tassa più evasa dagli italiani (i mancati pagamenti si aggirano intorno al 41% con punte che arrivano fino al 87% in alcune regioni quali Campania, Calabria e Sicilia), che contestano l'obbligo di dover pagare per un servizio che in molti casi risulta scadente e al servizio dei politici al governo, più che della collettività.
Auto e sanità
Il quarto posto del bollo auto può essere spiegato con le stesse argomentazioni già viste per l'Iva. E' un'imposta legata a un bene ormai percepito come indispensabile (appunto, l'automobile) e il cui importo non segue scaglioni di reddito. Il sesto posto spetta ai ticket sanitari, tanto odiati in quanto legati a consumi realizzati da persone in stato di necessità.
Segue la Tarsu, tassa sui rifiuti che negli ultimi anni ha scalato posizioni tra le più odiate dagli italiani anche a causa dei rincari decisi dai comuni per fronteggiare i tagli ai trasferimenti statali. La top ten è chiusa dal terzetto composto dai contributi per i consorzi di bonifica (un balzello contrastato per la scarsa efficienza che in molti casi caratterizza questi enti), dall'Ici (che dal prossimo anno, secondo quanto trapelato negli ultimi giorni, sarà sostituita dall'Imu, che colpirà anche la prima casa) e da Irpef e Irap, che colpiscono rispettivamente le persone fisiche e le attività d'impresa.

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