Presenze ad Aprigliano /2

La “pentola d’oro”
Residui di lontane tradizioni mitologiche dell’antichità classica: a San Rocco, in prossimità dell’omonima chiesa, si riteneva ci fosse una “pentola d’oro” alla cui guardia era preposto un folletto o il diavolo in sembianze umane, secondo le diverse versioni. La tradizione orale tramanda una diversa versione dei fatti: secondo taluni, per ottenere la pentola in premio, occorreva essere armato di coraggio e ardimento e – come novelli Edipo di fronte alla Sfinge di Tebe – risolvere l’enigma proposto dal guardiano.
Un’altra versione racconta che lo sfidante doveva semplicemente procedere in silenzio, sopportare i terribili momenti di tensione, e se dimostrava di non temere il custode, aveva libera la strada per la conquista del tesoro. Ma se l’aspirante mostrava il minimo segno di cedimento ovvero si lasciava sfuggire un lamento o una parola, era tratto in volo e trasportato lontano.
Nessuno è mai riuscito a conquistare la “pentola d’oro”.

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