Legge elettorale, la Consulta boccia il referendum: diamo la colpa a Berlusconi!

La Corte Costituzionale ha detto no al referendum sulla legge elettorale. I quesiti sottoposti al vaglio della Consulta erano due, uno sull'intera legge Calderoli, meglio nota come "porcellum" e l'altra su parti della stessa: per entrambi i 15 giudici hanno detto "no".
Immediate le reazioni politiche. Antonio Di Pietro, uno dei principali attori della raccolta firme sui referendum, parla di un rischio regime in Italia. "L'Italia si sta avviando lentamente verso una rischiosa deriva antidemocratica - dice -: manca solo l'olio di ricino". La Consulta ha preso una decisione che "non ha nulla di giuridico, di costituzionale ma è politica, per fare un piacere al Capo dello Stato, alle forze politiche e alla maggioranza trasversale e inciucista del Parlamento", ha aggiunto il leader dell'Idv.
Anche Arturo Parisi, che molto si è speso per questo referendum, parla di sentenza politica e non di certo giuridica. "La Corte si è fatta spingere da forti pressioni politiche. Vedrò quali motivazioni giuridiche ci possano essere, staremo a vedere", ha detto invece Mario Segni, convinto che "l'Italia abbia perso l'occasione di liberarsi di una delle sue leggi peggiori".

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