POVERACCI! Ecco i sacrifici dei parlamentari italiani: aumentano i prezzi di caffè e cappuccino

Una tragedia! Con l'anno nuovo i deputati hanno trovato il caffé più caro alla buvette di Montecitorio. I prezzi del listino del bar della Camera è stato ritoccato verso l'alto con aumenti nell'ordine del dieci-venti per cento, ma che in certi casi arrivano a raddoppiare il prezzo praticato fino alla fine di dicembre. La tazzina di espresso passa da settanta a ottanta centesimi, il cappuccino da un euro a un euro e dieci, il cornetto da ottanta a novanta centesimi.
Più caro anche il settore panini : la rosetta farcita con prosciutto e mozzarella sale da due euro e cinquanta a tre euro, i tramezzini passano da due euro a due euro e cinquanta, i supplì da un euro a un euro e trenta. Gli aumenti più consistenti riguardano la frutta (che passa da cinquanta centesimi a un euro) i succhi di frutta (da uno a due euro), gli aperitivi (da un euro e cinquanta e tre euro e cinquanta, che diventano quattro euro e cinquanta per gli alcolici). Il ritocco dei listini è stato deciso dal'ufficio di presidenza nel quadro della revisione dei prezzi per i servizi offerti ai deputati: gli aumenti riguarderanno anche il ristorante di Montecitorio, che riaprirà nei prossimi giorni.
Immaginiamo quindi lo sconforto dei nostri rappresentanti. Quasi riusciamo a percepire le palpitazioni dei loro preziosi cuori al pensiero dei terrficanti aumenti!!!
In una parola: PATETICI!!!
Nel frattempo la commissione Giovannini ha rinunciato all’incarico sullo studio di comparazione tra gli stipendi dei parlamentari italiani e quelli degli altri Paesi europei. La motivazione della rinuncia è incredibile: “E’ troppo difficile fare il confronto, perché i dati sono disomogenei”. La sensazione di molti è che in realtà manchi la volontà di affrontare seriamente il problema. Secondo la maggior parte degli esperti in materia, tra cui anche i giornalisti Rizzo e Stella autori del famoso libro la Casta, gli stipendi dei parlamentari italiani sono superiori alla media europea e a questa conclusione si arriva velocemente (in sole 6 ore di studio secondo il quotidiano Libero).
Il taglio degli stipendi previsto dal decreto “Salva Italia” era stato eliminato a causa della “rivolta” dei parlamentari. Monti, costretto a fare marcia indietro, ha concesso tempo al Parlamento per varare autonomamente la riforma fino al 31 dicembre. Il tempo è scaduto con un nulla di fatto. Cosa succederà adesso? Monti manterrà la promessa di intervenire con un atto di forza? Fini e Schifani, i presidenti di Camera e Senato, manterranno la promessa fatta agli italiani di imporre alla "casta" il taglio dei privilegi? Le somme in gioco non sono elevate e non servono per risollevare l’economia italiana ma servono per ripristinare un minimo di giustizia nel Paese. I parlamentati non possono pensare di cavarsela, per l’ennesima volta, limitando i propri sacrifici all’aumento del caffè e del cappuccino alla buvette.

Commenti

  1. Ed ecco dal Corsera le nuove tasse previste per la fine del 2014.
    Il primato delle scadenze se lo aggiudicano imprese, artigiani e professionisti, interessati da 100 appuntamenti col Fisco che diventano 84 per le società di capitali, ben 66 per dipendenti e pensionati, 62 per le società di persone e 53 per gli enti non commerciali. Senza dimenticare quelle relative a tributi comunali e contributi previdenziali. Lo fa rilevare la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro con un’approfondita indagine che segnala anche un caso tipico di complicazione fiscale. Si tratta dell’Imu sui terreni agricoli montani per i quali un decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale solo il 6 dicembre scorso ha introdotto novità nei conteggi retroattivi per tutto il 2014 e con scadenza per il pagamento già per il prossimo 16 dicembre.
    A dicembre sono fondamentalmente tre le date chiave per le scadenze: il 16, il 29 e il 31 dicembre in attesa che arrivi quel 9 marzo che prevede la predisposizione e trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate delle certificazioni uniche che hanno sostituito i CUD.
    In questo finale di mese quindi si parte col 16 dicembre, data entro cui, oltre al saldo Imu, bisogna procedere al pagamento della Tasi, ritenute fiscali, Iva mensile, contributi previdenziali.
    Subito dopo Natale, l’oneroso versamento dell’acconto Iva 2015 da versare il 29 dicembre. E a fine mese il consueto appuntamento mensile con l’imposta di registro annuale sulle locazioni. Ma oltre ai versamenti, a dicembre scadranno anche i termini per la presentazione delle dichiarazioni fiscali tardive. Invece, 18 dicembre e 29 dicembre sono le due date per la dichiarazione dei sostituti d’imposta e modello Unico.
    Infine entro il 31 dicembre, prima del brindisi di mezzanotte, bisogna ricordarsi che scade il termine per il versamento dell’imposta di registro annuale sulle locazioni, dovuta da conduttore e proprietario.

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